Comunicato Stampa

CONFINDUSTRIA VENETO EST ASSEMBLEA 2023: CAPITALE UMANO, CASA E LAVORO, PRESENTATO IL PIANO PER L’ATTRATTIVITÀ

Comunicato Stampa

Al Centro Congressi della Fiera di Padova la prima Assemblea Generale Pubblica
“Collaborare per agire in un mondo che cambia”

CAPITALE UMANO, CASA E LAVORO
IL PIANO DI CONFINDUSTRIA VENETO EST PER L’ATTRATTIVITA’
Firmato l’Accordo Quadro con la Regione del Veneto: un patto pubblico-privato per la creazione di soluzioni
abitative a costi sostenibili per i lavoratori (giovani famiglie o provenienti dall’estero), l’attrazione di investimenti
esteri, logistica e mobilità.
Il Presidente Leopoldo Destro: «La collaborazione non è più un’opzione ma la via per affrontare
la complessità e concorrere al riposizionamento competitivo di tutto il territorio. Chiediamo alla politica lo stesso
coraggio nell’attuare le grandi riforme necessarie per lo sviluppo»

(Padova-Treviso-Venezia-Rovigo – 28.11.2023) – Si è tenuta oggi al Centro Congressi della Fiera di Padova la prima Assemblea Generale Pubblica di Confindustria Veneto Est, l’Associazione che rappresenta 5.000 imprese, 4 province e oltre 270.000 collaboratori nonché la seconda territoriale d’Italia. L’Associazione si è presentata per la prima volta alla comunità e alla politica con un’unica voce per proporre un programma di azioni concrete che si svilupperanno a partire dal 2024, un vero e proprio manifesto sintetizzato nel titolo: “Collaborare per agire in un mondo che cambia”.

Leopoldo Destro, Presidente di Confindustria Veneto Est – Area Metropolitana Venezia Padova Rovigo Treviso, nella sua relazione d’apertura ha sottolineato come gli eventi straordinari che stiamo vivendo richiedano misure altrettanto straordinarie, lanciando un appello chiaro alla politica italiana ed europea: «Abbiate coraggio nell’attuare le grandi riforme necessarie per lo sviluppo, senza slogan ma con la stessa determinazione che abbiamo dimostrato noi imprenditori nel saper prendere le decisioni difficili e necessarie di questi anni».

L’Assemblea ha visto anche gli interventi di Giancarlo Giorgetti Ministro dell’Economia e delle Finanze (video intervento), Daniela Mapelli Rettrice Università degli Studi di Padova e Consigliere Fondazione Univeneto, Luca Zaia Presidente della Regione del Veneto, Giovanni Gorno Tempini Presidente di Cassa Depositi e Prestiti, Anna Roscio Executive Director Sales & Marketing Imprese Intesa Sanpaolo, Giulio Buciuni, Direttore Scientifico Master in Management Trinity College Dublino. Quindi la firma dell’Accordo Quadro tra Confindustria Veneto Est e Regione del Veneto su attrazione investimenti, housing sociale, infrastrutture. Ha concluso i lavori Adolfo Urso, Ministro delle Imprese e del Made in Italy.

Sfide e soluzioni: un Patto per l’Education e l’Accordo Quadro con la Regione Veneto

Le sfide da affrontare con urgenza si chiamano denatalità e immigrazione: entro il 2040 il numero di persone in età da lavoro (15-64 anni) si dovrebbe ridurre in Veneto di 460.000 unità e gli over 64 aumenteranno della stessa cifra (dati Istat). È urgente affrontare l’emergenza climatica attraverso un robusto piano di transizione energetica; infatti, se la temperatura dovesse aumentare di 1,5 gradi entro il 2100 l’Italia potrebbe perdere fino al 9,5% di PIL pro-capite (dato Banca d’Italia). Infine, se solo riuscissimo a diffondere le tecnologie e il digitale, un’azienda media potrebbe beneficiare di un incremento di produttività superiore al 3,5% e il Paese potrebbe registrare un incremento del PIL dell’1,2% grazie alla digitalizzazione della PA.

Per far fronte a queste sfide Confindustria Veneto Est ha individuato tre ambiti di intervento che rappresentano dunque le “idee motrici” che guideranno le attività dell’Associazione per gli anni a venire. Si tratta di tre ambiti, concatenati tra loro, che concorrono ad aumentare la competitività delle imprese e l’attrattività del territorio e ad attuare un rinnovamento del capitale umano tramite la formazione, la creazione di lavoro e lavoratori qualificati, oltre all’insediamento di giovani famiglie attraverso precise politiche per la casa.

Il primo ambito di intervento metterà dunque le “persone” al centro: si lavorerà ad un Patto per l’Education con le università, la scuola, il mondo della formazione tecnica, gli ITS e i soggetti privati ma anche con il mondo della cultura e dello sport e con la partecipazione attiva delle Organizzazioni sindacali, in coerenza con il Patto per la crescita recentemente sottoscritto.

Il secondo ambito, è stato suggellato dalla firma dell’Accordo Quadro con la Regione del Veneto per l’attrattività e il miglioramento competitivo del territorio. Un patto tra pubblico e privato, senza precedenti, in cui il ‘privato’ è rappresentato dalla platea delle 5.000 imprese associate. I cardini dell’accordo prevedono di lavorare in sinergia per: creare residenze dedicate ai lavoratori, siano essi giovani italiani che si avviano a formare nuovi nuclei familiari, o uomini e donne provenienti dall’estero che vogliano costruire un futuro nelle nostre comunità; attrarre investimenti esteri, anche attraverso alleanze con istituti di credito e altre istituzioni, ed attivare collaborazioni per migliorare la logistica e le infrastrutture della mobilità, in particolare tra i capoluoghi del Veneto Orientale. È prevista dunque l’istituzione di una Cabina di Regia tra Regione del Veneto e CVE partecipata da diversi attori istituzionali, economici e sociali, per monitorare i progetti avviati, individuare ulteriori ambiti di interesse comune e garantire un’efficace attuazione delle attività.

«Grazie a questo Accordo vogliamo rendere il nostro territorio più attrattivo, vogliamo offrire maggiori e migliori opportunità di lavoro e di vita per i giovani. Per questo è indispensabile misurarsi con la questione della casa, in particolare con l’housing sociale, i servizi abitativi integrati a costi di locazione sostenibili, il recupero e la valorizzazione del patrimonio immobiliare esistente», ha dichiarato il Presidente Leopoldo Destro.

Le priorità per le imprese e le richieste alla politica

Nel corso dell’Assemblea sono poi emerse le richieste delle imprese, quelle ritenute più urgenti e che saranno oggetto di incontri con i rappresentanti della politica italiana ed europea. Per gli imprenditori, il PNRR è un’opportunità irripetibile che consentirebbe di aumentare del 2% il PIL entro il 2026 e di liberare le potenzialità di crescita del Paese con un incremento del PIL di ben 221 miliardi di euro in dieci anni.
Basti pensare che con il PNRR e altri fondi europei ci sono a disposizione più di 400 miliardi di euro in sette anni di cui 70 a fondo perduto. La priorità sarà dunque quella di stimolare gli investimenti e realizzare infrastrutture cruciali per il territorio che dovranno essere progettate secondo criteri di sostenibilità e con il minor consumo di suolo possibile.

Le imprese chiedono poi una nuova politica energetica che renda indipendenti da fonti esterne e che concorra a definire un diverso mix energetico anche grazie a idrogeno, nucleare pulito di ultima generazione e rinnovabili, sviluppando al contempo le comunità energetiche locali. Le imprese chiedono inoltre l’utilizzo dei crediti ETS per pagare sconti alla bolletta energetica. In questo contesto è necessaria anche una nuova politica di approvvigionamento delle materie prime critiche per non essere dipendenti dalla Cina che è fornitore dell’UE per il 56%, nella consapevolezza che grazie alla circolarità dei processi si potrebbero recuperare 17.000 tonnellate di materie prime critiche, pari al 25% dell’attuale import dalla Cina.

«Se è vero che la manovra dedica all’industria solo il 9% dei fondi, è giunto il momento di smetterla con i sussidi a pioggia per dare invece stimolo agli investimenti finalizzati ad agganciare le transizioni energetiche, green, digitale, anche utilizzando i fondi non spesi del PNRR (4 miliardi di euro all’anno) per attivare crediti d’imposta Industry 5.0. Ciò che serve, dunque, è una politica industriale ed economica di sostegno dell’offerta per non fermare la crescita, le imprese e i lavoratori. In tempi come questi un Governo, qualsiasi Governo, dovrebbe essere orientato da un semplice principio: quello che è buono per le imprese e per il mondo del lavoro è buono per l’Italia. Uniamo le forze, dunque, e collaboriamo per costruire insieme il futuro del nostro Paese, delle nostre comunità, delle nostre imprese e dei nostri figli», ha proseguito Destro facendosi portavoce delle istanze delle imprese verso la politica.

La congiuntura e le prospettive dell’economia

Secondo le ultime rilevazioni dopo la crescita sostanziosa registrata nel 2022 (+4,3%) il Veneto quest’anno registrerà una crescita del PIL attorno al +0,9% facendo segnare un risultato leggermente superiore alla media nazionale attesa al +0,7%.

L’impatto della recente contrazione a seguito dell’innalzamento dei tassi di interesse necessario a domare l’inflazione sarà dunque parzialmente contenuto. Per i prossimi mesi si prevede un ‘soft landing dal momento inflattivo e un rallentamento produttivo, con una ripresa della dinamica economica e degli investimenti dalla seconda metà del prossimo anno. Il rallentamento è dovuto principalmente alla congiuntura internazionale che inasprisce le condizioni operative delle imprese che devono far fronte a un effetto negativo dei tassi di interesse elevati, alla debolezza del commercio internazionale e a prezzi delle materie prime in costante aumento.

Nonostante questo rallentamento e un contesto internazionale fragile e incerto, il Veneto rimane uno dei territori la cui economia si è ripresa più vigorosamente dopo la pandemia. E, stando alle previsioni per il 2024, resterà tra i più performanti. In particolare, l’area vasta Padova Treviso Venezia Rovigo è un territorio chiave dell’economia italiana, con 2 milioni 900 mila abitanti, forte di un PIL aggregato di 86 miliardi di euro, 324 mila unità locali (5,0% del totale nazionale) con 1,5 milioni di occupati di cui 417 mila nell’industria, un tasso di disoccupazione al 4,2% (Italia 7,6%). Qui si concentra il 55% del valore aggiunto manifatturiero del Veneto e il 6,8% di quello nazionale (27,3 miliardi nel 2021). Alcuni segnali fanno sperare in una rapida ripartenza: nei primi sei mesi del 2023 il valore delle esportazioni dell’area vasta è di 19,5 miliardi di euro (38,3 miliardi di euro nel 2022), con un +2,2% su base annua, pari al 46,4% dell’export regionale e al 6,1% di quello nazionale. Nello stesso periodo, il saldo occupazionale è positivo per +56.290 posti di lavoro. Una vitalità confermata dalla presenza di 598 startup e PMI innovative (60% del Veneto).

#AssembleaCVE2023

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